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Modello di organizzazione

STORIA E DESCRIZIONE DELLA RSA “SANTA MARIA”

Ragione sociale:

Casa Generalizia del Pio Istituto “Piccole Suore della Sacra Famiglia” Residenza Sanitaria Assistenziale – R.S.A. “Santa Maria”

Attività:

Attività di “religione e culto” senza scopo di lucro, attraverso opere di istruzione, educazione, ospitalità, accoglienza, assistenza sanitaria e sociale in tutte le sue
varie forme e opere di beneficenza.

Sede legale:

37138 Verona (VR) – Via Nascimbeni, 10

Sede operativa:

03030 Castrocielo (FR) – Via Indipendenza, 2

Numero R.E.A.:

308956

C.F. / Partita I.V.A.:

00427050232

 

La Casa Generalizia “Piccole Suore della Sacra Famiglia” (“Casa Generalizia”) è l’ente gestore della Congregazione delle Piccole Suore della Sacra Famiglia.

La predetta Congregazione è un Ente Ecclesiastico di diritto Pontificio, civilmente riconosciuto con Regio Decreto del 20 novembre 1930, con denominazione “Casa Generalizia del Pio Istituto Piccole Suore della Sacra Famiglia” (“Istituto” o “Ente”).

L’Istituto svolge attività di religione e di culto, senza fine di lucro, tramite opere di istruzione, educazione, assistenza ospedaliera e sociale in tutte le sue forme, nonché opere di  beneficenza.

Ai soli fini canonici, le regole comportamentali dell’Istituto sono contenute nelle Costituzioni rinnovate e approvate dalla Santa Sede il 20 maggio 2014.

L’Ente ai fini civilistici, per ottenere l’iscrizione nel Registro delle Persone Giuridiche ha dovuto dotarsi di uno Statuto, che è un estratto delle Costituzioni.

Lo Statuto attualmente in vigore è stato riconosciuto dalla Sacra Congregazione per gli Istituti Religiosi e Secolari il 12 ottobre 1984, mentre è allo studio la nuova stesura che nasce alle Costituzioni rinnovate.

L’Istituto è governato dalla Superiora generale e dal Consiglio Generalizio, eletti nel Capitolo Generale Ordinario, insieme alla Segretaria generale e all’Economa generale.

Negli atti civili l’Istituto è rappresentato dalla Legale Rappresentante; tale rappresentanza spetta di diritto alla Superiora generale, ma può essere affidata all’Economa generale o ad altra Suora nominata dalla Superiora generale.

Nella sua struttura territoriale, l’Istituto è articolato in Casa Generalizia, Regioni e Comunità, che sono parti integranti del medesimo Ente e, a norma del Diritto Canonico, ha la capacità di acquistare e possedere con obbligo di redigere un rendiconto amministrativo al termine di ogni anno.

La presenza delle Piccole Suore della Sacra Famiglia in provincia di Frosinone risale al 1930.

Il 31 maggio 1943 ebbe inizio la loro opera a Castrocielo. Nata inizialmente come soggiorno estivo per minorate, assistite nella Casa di Cura “S. Pio X” di Viterbo, successivamente la necessità di poter meglio assistere le famiglie del territorio impose alle Piccole Suore una presenza continuativa. Pertanto, acquisito lo storico Palazzo Abatecola, le Piccole Suore iniziarono la loro opera di accoglienza e assistenza, ospitando ragazze con handicap psico-fisici, di supporto alla parrocchia, assistenza a domicilio ai malati e aiuto alle famiglie in difficoltà.

L’opera di assistenza e carità conobbe grandi sviluppi e trasformazioni nel tempo, dal punto di vista strutturale, organizzativo e giuridico. L’Opera così come era nata ha continuato ad assistere, in regime di convenzione con il SSR, fino al 1997, persone con handicap psico-fisici.

Nel 1998 la Casa di Cura S. Maria è stata riconvertita in Residenza Sanitaria Assistenziale, accreditata con il SSR.

Attualmente la RSA “Santa Maria” di Castrocielo dispone di 95 posti letto di cui 60 accreditati e 35 autorizzati.

La RSA risulta aver adottato le misure volte a promuovere e tutelare la sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro richieste dal D. Lgs. n. 81/2008.

Al vertice della RSA vi è il personale religioso: la Superiora locale svolge funzioni assimilabili a quelle di Direttore.

 

PREMESSA

Il presente documento è stato redatto ai sensi e per gli effetti di cui al Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231, recante la “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell’art. 11 della Legge 29 settembre 2000, n. 300”, allo scopo di istituire formalmente un’efficace ed agile struttura composta da regole, procedure e norme comportamentali che disciplinano l’organizzazione e la gestione della RSA “Santa Maria”.

Tale insieme di regole, di procedure e di norme comportamentali ed etiche costituisce il Modello di organizzazione, gestione e controllo della RSA “Santa Maria”.

Il Modello è stato elaborato sulla scorta delle norme di legge (artt. 6 e 7 del Decreto), tenendo presente le Linee Guida fissate da AGIDAE (si veda l’allegato n. 3) e non trascurando le preziose indicazioni provenienti dalla dottrina nonché dalla prassi giurisprudenziale. I principi e le disposizioni del presente documento trovano applicazione nei confronti del personale religioso, dei dipendenti e, comunque, di chiunque operi per conto della RSA in virtù di un rapporto di natura contrattuale, di qualsivoglia tipologia, eventualmente anche temporaneo, nei limiti del proprio compito e delle responsabilità ad esso connesse.

L’adeguamento del sistema organizzativo e gestionale alle esigenze delineate dal Decreto Legislativo n. 231/2001 è stato coordinato dalla Economa Generale e coadiuvato da un professionista di fiducia.

Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D. Lgs. 231/2001 RSA “SANTA MARIA” – Castrocielo dell’Istituto, con l’assistenza di professionisti esterni, esperti nei diversi settori interessati dal D. Lgs. n. 231/2001.

L’attività del gruppo di lavoro finalizzata alla predisposizione del Modello si è concretizzata:

  • nella identificazione di settori/attività/aree sensibili, con riferimento ai reati richiamati dal D. Lgs. n. 231/2001. Per giungere a tale risultato il team di consulenti ha analizzato la struttura organizzativa della RSA, previa acquisizione della relativa documentazione (a titolo esemplificativo: statuto, mansionario, ecc.);
  • nell’esame analitico delle aree sensibili, con prefigurazione delle modalità e degli strumenti attraverso i quali sarebbe possibile commettere i reati elencati nel Decreto da parte della RSA, dal Vertice, dai dipendenti ed, in generale, dalle figure contemplate dall’art. 5 del Decreto (anche attraverso incontri e colloqui con i soggetti interessati);
  • nell’individuazione delle procedure e dei protocolli esistenti – siano essi formalizzati o meno – in riferimento alle sole aree individuate come a rischio di reato;
  • nella definizione di standards di comportamento e di controllo ovvero per le attività che si è ritenuto opportuno regolamentare;
  • nella disciplina delle modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione di reati;
  • nell’individuazione del/i soggetto/i incaricato/i di vigilare sulla concreta applicazione del presente Modello (di seguito Organismo di Vigilanza oppure OdV) con contestuale predisposizione del relativo regolamento e sistema di reporting da e verso l’Organismo di Vigilanza stesso;
  • nella predisposizione del Codice Etico;
  • nella previsione di un sistema disciplinare idoneo a sanzionare sia il mancato rispetto delle misure indicate nel Modello, sia le violazioni del Codice Etico.
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